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Consigli ai genitori per un ambientamento sereno

1. Racconta al tuo bimbo che andrà nella struttura: Nel periodo precedente all’ingresso nella microstruttura è molto importante raccontare al bimbo, anche se ha solo 5-6 mesi, la novità che lo attende. “Il racconto mette in sintonia le due menti, mamma e bimbo, sull’evento. Inoltre, un mese prima dell’ambientamento, per esempio, si può portare il bambino davanti alla struttura e spiegargli, tenendolo in braccio, che quella è la casetta dove andrà dopo le vacanze. Tutto questo predispone la mente del piccolo ad affrontare la nuova esperienza. E poi aiuta entrambi, mamma e figlio, a vivere bene il cambiamento”.

 

2. Mamma stai calma, le emozioni ti si leggono in faccia… Di fatto, l’ingresso alla struttura, pur se frutto di una scelta ponderata, segna, comunque, il primo distacco dalla famiglia. Non è così facile e immediato ‘digerirlo’, anche per il genitore, a livello emotivo. Tuttavia è indispensabile non trasmettere ansia o timori al bimbo. Per evitarlo, sarebbe opportuno, esercitare una sorta di auto monitoraggio. “Il piccolo legge le emozioni sulla faccia della mamma e le registra, come dimostrano oggi gli studi di neuroscienze”, dice lo psicologo.

 

3. Esprimi pensieri positivi: Esprimi ad alta voce un messaggio positivo. Per esempio: “Ti porto in un posto sicuro dove puoi giocare con altri bambini, la mamma sa che qui tu starai bene”, dire tutto ciò serve al bimbo e anche alla mamma, è importante per entrambi dare voce a questo tipo di pensieri. Allo stesso modo lo è ripetere al piccolo quanto bene gli si vuole, pur andando via per un po’ di tempo mentre lui sarà nella struttura.

4. Costruisci un rituale speciale: Un buon sistema per preparare il bimbo al suo debutto fuori casa è la costruzione di un rituale quotidiano legato alla struttura. Un’idea, per esempio, gli oggetti transizionali (pupazzetto, pezzetta, ciuccio, …). Quello che conta è la creazione di un piccolo rito speciale, che rappresenta anche un modo per portare un pezzetto di mamma dentro la struttura.

 

5. Non avere fretta… Nel corso del primo periodo nella struttura, compatibilmente con le situazioni di vita e lavoro, il genitore non dovrebbe mai avere fretta (evitando ogni forzatura) e rispettare, invece, i tempi unici di suo figlio. “In genere, la fase dell’ambientamento può durare da una a 3 settimane con orario ridotto, ma ogni bimbo ha i suoi ritmi. Quando, per esempio, dopo 2 settimane, il bimbo fa ancora fatica, è opportuno lasciarlo meno ore al nido e non forzare per l’orario intero. Insomma, non dimentichiamolo, gradualità è sempre la parola chiave”.

6. Rispetta i ritmi del tuo bimbo e non sentirti giudicata: Non c’è un prontuario dell’ambientamento e neanche quello del genitore perfetto, in ogni caso, la mamma non deve sentirsi giudicata dalle educatrici della microstruttura. In altre parole, è fondamentale avere ben chiaro in testa che dai tempi del bimbo non si misura la ‘bravura’ del genitore. 

 “L’ambientamento è come una sorta di torta che riesce bene per un mix di ingredienti… In modo analogo, una serie di componenti fanno sì che il bimbo sia più tranquillo. Ma è bene tenere presente che la struttura non è un ambiente giudicante.”

 

7. Fagli capire che torni presto: Nel corso dell’ambientamento, quando arriva il momento di lasciare il bimbo un po’ da solo in sezione, è opportuno che lui abbia capito bene cosa sta succedendo prima di allontanarsi. Il concetto di ‘prima’ e ‘dopo’ (o ‘fra poco’) non ha molto senso per i più piccoli, è troppo astratto. Per questo è importante legare il tempo a una situazione, nota al bimbo, che rimandi a un ‘periodo corto’. All’inizio, per esempio, si può dire: “Ciao, la mamma va a prendere un caffè e torna qui!”. In linea di massima, per esempio, anche comprare il pane o la frutta dà al bimbo la percezione di un tempo breve. In base alle modalità dell’ambientamento, piano piano, la quantità di tempo trascorsa al nido si dilaterà ma è importante nel primo periodo il richiamo a una realtà che il piccolo già conosce e può comprendere.

8. Lascia che porti con sé l’orsetto: All’inizio di questa avventura (e anche dopo), il piccolo può portare con sé il suo pupazzo del cuore, lo straccetto di stoffa o il giochino preferito. Già a casa, in alcuni momenti della giornata, questo oggetto ha per lui una funzione confortante (oggetto transizionale). Questo ‘alleato’ così speciale aiuta il bimbo a vivere con più serenità le nuove routine della struttura. Se, per esempio, dorme sempre stringendo il suo fazzoletto della nanna (o il sonaglino, l’orsetto, la bambolina…), ne avrà bisogno e lo cercherà anche nel nuovo ambiente. Nel corso del primo colloquio conoscitivo, è utile farlo presente alla educatrice di riferimento del bimbo. E poi… non dimentichiamolo a casa! In modo analogo, è utile e rassicurante anche il succhiotto per chi ne fa uso: “La suzione per i più piccoli, fino ai 18 mesi, significa ‘mamma’, è un’esigenza forte.”         

                                                                                   

9. Ripeti (all’infinito!) che la mamma torna sempre… La prima settimana è trascorsa senza tragedie? Ottimo… Ma occorre non dare nulla per scontato. Per questo, anche più avanti, a fine ambientamento, il richiamo al ritorno è sempre importante, come sostiene la pedagogista: “Una affermazione tipo, per esempio, ‘la mamma deve andare al lavoro ma dopo la nanna torna!’ contribuisce a rassicurare il piccolo. E non è mai esagerato ripeterla anche se tutto sembra andare alla perfezione! In più è bene tenere presente che, a volte, alcuni bambini mostrano una certa resistenza al distacco proprio quando il periodo più delicato sembrerebbe superato”. Per accettare meglio il fatto che andrà ‘tutti i giorni’ alla struttura (e non solo qualche volta con la mamma che si ferma a giocare!) è molto utile al bimbo identificare un adulto come punto di riferimento. In questo modo, la mamma può tranquillizzare il piccolo spiegandogli che la sua educatrice gli farà le coccole mentre lei non c’è. In ogni caso, quando si lascia il bimbo alla struttura e poi al momento di riportarlo a casa, secondo Pellai, l’approccio migliore è sempre quello tranquillo e ‘stabile’: “Non è opportuno enfatizzare separazione e riavvicinamento, ma è importante gestirli bene, con calma”.

 

10. Impara a dare fiducia alla struttura: Tutto passa attraverso la relazione con persone che non si conoscono ancora. Non è facile… Per questo mamma e bambino devono avere il tempo di entrare in confidenza con le educatrici e l’ambiente. La fiducia verso la struttura è infatti fondamentale, ma non si può certo pretendere che sia immediata. E il periodo dell’ambientamento offre anche la possibilità di gettare le basi e alimentarla. Fidati del personale della struttura. In più, non vivere la competizione tra le proprie competenze e quelle dell’educatrice, un approccio del genere non favorirebbe certo la nascita di un sereno rapporto di fiducia.